Ad un millimetro dal cuore

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23/08/2020

Cosa ci spinge ad alzarci dal letto ogni giorno? Qual è il nostro scopo da raggiungere nella vita? Che impatto hanno le emozioni che proviamo? Siamo fortunati ad essere vivi ogni singolo giorno. Eppure, spesso ce ne dimentichiamo. Ci sentiamo inadatti. Siamo calciatori stanchi di rincorrere un pallone. Ci allontaniamo dalla strada maestra. Quella strada che ci salverebbe da tutta la polvere che portiamo sul nostro corpo. 

Ogni giorno possiamo camminare, correre, emozionarci. Azioni così tanto semplici che ci accompagnano, in punta di piedi, nella nostra quotidianità. Ma tutto ciò che viviamo è sempre alimentato da un velo unico, invisibile. Un velo che si poggia delicatamente sul nostro cuore, senza chiedere il permesso: la nostalgia. Nostalgia di quello che è stato; di un ricordo ormai svanito. Nostalgia di un tempo passato. Nostalgia delle nostre stesse emozioni; dei nostri stessi sentimenti. 

È, infatti, un fuoco che si accende a metà strada tra testa e cuore. Un fuoco caldo, dirompente. E proprio questo incendio dovrebbe rappresentare il nostro ikigai. Lo scopo che ci spinge ad esplorare nuovi sentieri. La luce che si accende nel buio più assoluto. L'alleato migliore e, soprattutto, fedele. 

Ciascuno di noi, infatti, conosce se stesso, il proprio passato, le singole giornate che vive. La nostalgia, per colui che vuole sentirsi vivo realmente, rappresenta il ponte per migliorare, cambiare. Portandosi pur sempre dietro un'emozione tatuata sul cuore. Un'emozione che non si cancellerà. Un faro sempre acceso nelle notti più buie. 

Albano e Romina, in una delle loro canzoni più belle, cantano "nostalgia, nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi, ti ritrovi con un cuore di paglia e un incendio che non spegni mai". Non siamo noi a poter controllare le nebbie che si posano sul nostro corpo. Né tantomeno abbiamo un estintore per poter spegnere le vampe focose che ci irradiano.

Le mancanze non si possono leggere ma solo avvertire
Rob Marshall

Le mancanze, infatti, non si possono leggere ma solo avvertire, come diceva Rob Marshall. Tuttavia, possiamo pur sempre scegliere di amare intensamente le nostre emozioni. Accettarle come fondamenta del nostro essere, del nostro carattere. Comprendere che, senza di loro, saremmo vivi soltanto a metà. 

Quale emozione, infatti, più della nostalgia, ci ricorda di aver vissuto? Quando sentiamo quel piccolo peso sul nostro cuore riusciamo a ricordarci di quello che è stato. Di noi stessi, e di come eravamo. E forse questo bagaglio serve anche un po' per ritrovarci. Riscoprire noi stessi senza ingannarci. Soprattutto nei momenti in cui ci sentiamo persi e "mai abbastanza". 

La nostalgia, invece, ad un millimetro dal cuore, ci ricorda che siamo stati abbastanza; che abbiamo lottato e ci siamo emozionati. Ci ricorda che nessuna battaglia può essere persa senza il nostro consenso. Quell'ultimo gradino che manca per arrivare in cima lo occupa proprio la nostalgia. E anche senza volerlo, ogni giorno ci rendiamo conto che senza tutte le emozioni, quelle vere, che ci fanno battere il cuore e avvertire un sussulto nello stomaco, non saremmo del tutto uomini. Ogni singola emozione non potrà mai essere spiegata con le parole. La possiamo solo percepire. E sarà il piccolo grande segreto fra noi stessi e quelle infinite miglia che si trovano ad un solo millimetro dal nostro cuore