Almeno immuni

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26/05/2021

Nelle ultime settimane una sola parola rimbomba nelle nostre case, sui nostri telefoni, tra la gente: immunità. Vaccinare quante più persone possibili, prima che arrivi l'estate. Dapprima gli over-80, poi gli over-70, 60, 50 ed è già arrivato il turno degli over-40. Una rapida crescita che sembra sottendere qualcosa di molto più profondo, molto più reale, molto più vicino a noi. 

Quante volte in questi mesi abbiamo cercato la nostra libertà? Abbiamo provato a ricordare come fosse la nostra vita prima. Quella frenesia che costantemente ci accompagnava e, che, ironia della sorte, odiavamo così tanto. Un po' di pace. Un po' di serenità. Solo questo desideravamo. Ma, poi, ci siamo resi conto che quel caos, quella vita che sembrava scorrere così veloce era ciò che di più umano avessimo. Perché non servono grandi cose, grandi progetti, solo uno sguardo a ciò che ci circonda, al nostro piccolo mondo, per essere felici. 

Finalmente possiamo tirare un respiro di sollievo, forse. Dentro questo lungo tunnel la luce sembra essere vicina. Appare ancora un po' fioca all'orizzonte, ma c'è. È lì che ci aspetta. Corriamo più veloce, nella speranza di prenderla e tenercela stretta. Ma, servirebbe anche un po' fermarsi per ripartire. Ripartire più carichi, più forti, più vogliosi. È vero, probabilmente siamo stati fin troppo fermi in questo anno e mezzo. Eppure, non sono solo i piedi che camminano ad indicarci che ci stiamo muovendo. È il cuore, soprattutto il cuore, a rivelarci la strada, le verità nascoste. Quelle verità che fanno così male per poter essere svelate. Quelle verità che, al solo pensiero di vederle davanti a noi, ci fanno avvertire un senso di spaesamento. 

Come disse Lucrezio nel "De rerum natura", 

Dolce è guardare dalla riva il grande affannarsi degli uomini sul mare agitato dai venti, non perché veder soffrire gli altri sia piacevole, ma perché è dolce constatare da quali mali siamo immuni noi.
Lucrezio
  

così è rassicurante sapere da cosa noi, oggi, siamo immuni. O, forse, crediamo di esserlo. Perché non importa quante tempeste abbiamo superato, quante volte siamo caduti, quanto spesso ci siamo sentiti vuoti, fragili, una strada l'abbiamo sempre trovata. Un sentiero che si è rivelato all'improvviso, proprio quando ci sentivamo completamente persi. 

Navigare a mare aperto fa sempre paura. La riva è un porto sicuro, un approdo per le nostre ansie, preoccupazioni. Ma, arriva un giorno in cui la riva non basta più. Il mare ci chiama, i sogni iniziano a volare. Bisogna, allora, prendere i propri bagagli e avere il coraggio di lasciarsi andare, di partire, di affrontare quello che abbiamo sempre evitato. Scoprire, crescere, sbagliare. Vivere la vita secondo i nostri dettami, seguendo i nostri desideri, le nostre stelle. Dobbiamo lasciarci dietro il nostro vecchio e amato porto perché uno nuovo ci aspetta, e poi un altro, e un altro ancora. 

Forse questa è la sfida più grande: essere pronti a lasciar andare tutte le certezze, le convinzioni. Iniziare ad andare, senza nemmeno sapere dove. Per ora, però, ci accontentiamo di diventare almeno immuni. Almeno immuni per iniziare a respirare bene, di nuovo. Almeno immuni per ricominciare a vivere. Almeno immuni per spiccare il volo.