Immacolati mai

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08/12/2022

Dicembre e la sua aria. Dicembre e il suo clima. Dicembre e le sue luci, il suo calore, il bello che si abbellisce ancora di più. Dicembre è il mese. È quel mese che aspetti dall'inizio del nuovo anno, quando te lo sei lasciato alle spalle, ma già ci ripensi. Te lo prefiguri in mente, perché ti dà serenità, perché, a dicembre, diventi tu la tua serenità. È un'istanza generativa: ti crea dalle tenebre, dai bassifondi, e ti restituisce alla luce, al sole, alle mani dolci di chi sa mettere la pallina fino all'ultimo centimetro dell'albero, senza farlo cadere, rispettando il baricentro. 

Noi siamo il nostro baricentro, la perpendicolare che attraversiamo: corriamo, cadiamo, ci rialziamo per continuare a farlo ancora, e ancora. Non ci basta farlo una sola volta, e non potrebbe mai bastarci. Perché noi siamo nati per generare. Generare un testo, un progetto, una composizione. Generare addirittura nuove parole. E, la generazione non vede mai subito la luce, la bella copia. Deve prima scarabocchiarci, su quella copia. Deve poterla accartocciare, buttare, riprendere, quella copia. Questo è il ciclo, il potenziale ciclo da rispettare. Eppure, così tante volte non abbiamo la possibilità di fare una bella copia, nella vita. Dobbiamo farne una, e consegnarla. Il nostro tempo è designato. L'ora è limitata. Non puoi allungare il tempo. Puoi, però, allargarlo, dilazionare i minuti, metterci dentro quante più cose vuoi

E, se nel tempo puoi metterci quante più cose vuoi, tu sei quello che scegli di mettere: la fatica, il sudore, il dolore, ma anche la gioia, la soddisfazione, l'autorealizzazione. Tutto quello che ti appartiene, tutto quello che parla di te, è il tuo tempo epigenetico, il corredo che ti sei costruito su un qualcosa di prestabilito. Puoi rifiutarlo. Oppure, puoi metterlo nella tua valigia della vita, e trasformarti. Trasformarti a seconda delle strade che percorri, dei luoghi che visiti, dell'atto in cui entri in scena. È una grande responsabilità, sapere di poter raggirare quello che tutti, da sempre, hanno considerato fisso, immutabile. La Moira greca che tesse la tela della vita, e ti dice dove fermarti, quando il tuo percorso finisce. 

Ma, il tuo percorso non finisce lì. Anzi, è proprio lì che inizia. Inizia lì dove accetti che tutte le esperienze, nel bene e nel male, ti plasmano. Inizia lì dove ti assumi solo le tue responsabilità, e lasci agli altri le loro. Inizia lì dove tu sei pronto a rinascere, a buttarti da quel trampolino che, qualche tempo prima, ti aveva fatto sbattere così forte la testa. Inizia lì dove sei tu il primo a volerti bene, ad accettarti per quello che sei, per quello che non sei, per quello che vorresti essere. Inizia lì dove capisci quando fermarti, quando sei arrivato, quando non potrai mai arrivare. Inizia lì dove inizi tu, dove corri per raggiungere i tuoi desideri, perché non sono più inarrivabili, perché diventano pensabili

Albert Einstein diceva:

La vita è come andare in bicicletta: per mantenere l'equilibrio devi muoverti.
Albert Einstein
 

 Sii tu il tuo equilibrio: magari un equilibrio precario, ma mobile, dinamico. Perché, a stare fermi si rischia di cadere. È muovendoci che ci spostiamo, che sogniamo, che raggiungiamo ciò che da fermi ci sembra irraggiungibile. È muovendoci che ci illuminiamo lì dove gli altri ci vorrebbero solo annebbiare.

Nel giorno dell'Immacolata che, per definizione, è stabile, sempre uguale, ricorrente, tu, reinventati. Accetta che stabile non lo sei, e non lo potrai essere. Siamo, per natura, esseri dinamici, in continua evoluzione. Tutto ciò che ci incasella è solo un processo di semplificazione della realtà. La verità è che siamo complessi. E, la bellezza nasce dalla complessità, è figlia della complessità. Tu sei figlio della complessità, di quella che rinneghi e troppo spesso getti via. Naviga nella tua complessità, nella tua incomprensione, perché, solo quando inizierai a comprenderti davvero, non potrai più crescere. Diventa il dicembre della tua vita: quel mese che sorge dal fondo degli impegni che per un anno ci hanno attanagliato, ma impera su tutti gli altri. Perché, è dinamico sempre, immacolato mai.