Lettera a me stessa/o

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08/09/2021

È tornato il mese dei bilanci, della nostalgia, della voglia di ripartire più forti e carichi di prima. È tornato il mese mediano, che si lascia alle spalle l'estate per entrare in una nuova stagione. È tornato settembre e, con lui, tutti i buoni propositi e gli obiettivi da stilare. Ma è davvero una ripartenza? Siamo pronti a lasciarci alle spalle, definitivamente, tre mesi di vissuti e di vita

Proviamo a fermarci un attimo, a ripensare a quello che è stato. Forse sarà un po' brusco ma, quando si entra in un labirinto, l'unica cosa che si può fare è continuare a camminare. Cercare di trovare con tutte le proprie forze e il proprio ingegno la soluzione per uscire. Arriveremo a porte sbattute, calpesteremo il fango e potremmo restare feriti, ma la via d'uscita c'è. Non si vede bene, o, forse, per nulla ma c'è e ci aspetta. Un po' come accade nella vita vera. Ci imbattiamo in vicoli stretti, labirinti troppo complessi e strade scoscese. Ma, nonostante tutte queste apparenti difficoltà la vita è nostra, e nessuno mai potrà viverla al posto nostro

Eppure, spesso ci lasciamo sopraffare da tutte le cattiverie, a volte gratuite e senza alcuno scrupolo, che ci vengono affibbiate. "Non sei capace. Non ci riuscirai mai. Non sei buono a nulla." Ci cuciamo addosso questi vestiti decisamente non adatti, dimenticandoci di tutti quelli che lasciamo, impolverati e abbandonati, nell'armadio. Però, noi non siamo questo. Io non sono questo, come tu non sei questo, come nessuno è questo. Tutti abbiamo un valore, per il solo fatto di essere uomini, valiamo. Esistiamo, prima di tutto per noi stessi. Esistiamo, per dare forma ai nostri sogni. Esistiamo, per vivere la vita come meglio crediamo. Esistiamo, anche per sbagliare, per cadere, per ferirci. 

Nessuno può negarci questo. Nemmeno la più crudele delle cose che ci viene detta. Nemmeno quelle persone che proprio si rifiutano di darci fiducia e ci ostacolano in ogni modo. Noi siamo oltre. Noi andiamo oltre, al di là, oltrepassiamo chi ci vorrebbe vedere a terra, esausti, privi di forza per reagire. Perché quando abbiamo un obiettivo, quando sappiamo chi siamo davvero, nulla è così potente da trafiggerci. Anche se ci dicono che siamo buoni a nulla. Anche se ci dicono che ciò che vogliamo fare è impossibile per noi. Anzi,

Se sembra impossibile, allora si può fare.
Bebe Vio

E lo dice chi ad aprile ha subito un delicatissimo intervento per un'infezione da stafilococco, l'ennesima, ed è arrivata a vincere una medaglia d'oro alle paralimpiadi di Tokyo a distanza di pochi mesi. 

In questo turbine di bilanci e ripartenze, i pesi e i contrappesi che ci portiamo dietro li possiamo riconoscere solo mettendoci a nudo, in una lettera senza scrupoli né paure, solo verità da raccontare. L'estate ci mette un po' alle strette, ci inonda con la sua luce e ci trasporta in una dimensione forse troppo grande per noi. E, ora che tutto si è volatilizzato restiamo fermi, immobili, con un vuoto grande quanto i momenti che abbiamo vissuto. Ma, se provassimo a nuotare in questo limbo troveremmo i pezzi che ci mancano per ricostruire la nostra quotidianità: abbiamo rivisto noi stessi, ci siamo ri-conosciuti e ri-presentati; abbiamo giocato, ballato, scherzato, riso, pianto, amato; ci siamo immersi in quelle onde del mare sperando di tornare il più tardi possibile; abbiamo camminato, corso, con il sole e contro la pioggia. 

Ora siamo qui, con la vita che ci scorre davanti e i ricordi che ci camminano affianco. Speriamo di ritornarci subito, alla vita. Speriamo di non rimanere troppo incollati ad un passato che, tanto, vive dentro di noi e in ogni nostro modo di essere. Questa è stata la mia estate. Questo è il mio bilancio. Questa è la lettera che riservo alla me stessa estiva, costruendo la me che sarà. Qual è la tua?