Oggi è il giorno

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22/01/2023

"Non rinviare a domani quello che puoi fare oggi." Mai frase fu più citata, usata, rimarcata. Mai frase fu, forse, più sbagliata. Non per il nobile concetto che porta con sé, la spinta all'azione, ma per ciò che lascia intendere dietro: l'essere sopraffatti dall'idea del tutto e subito, dall'incapacità di selezionare le cose più importanti, dall'inettitudine verso tutto ciò che potremmo delegare, e non fare. Eisenhower si rivolterebbe, se sapesse che la sua matrice non è poi servita a tanto. 

La matrice di Eisenhower è, infatti, un semplice modo di selezionare le cose a cui prestare attenzione, in base al loro grado di urgenza e all'importanza che hanno. Ad ogni quadrante della matrice è associato un verbo specifico, un'azione specifica. Perché, non tutto ha la stessa importanza. Ci sono cose per cui vale davvero la pena agire subito, altre che è meglio delegare. Altre ancora che è meglio lasciare perdere, lasciarsele alle spalle, perché sulle spalle fanno troppo male, perché rischiano di farci guardare sempre e solo in basso, di farci cadere nel più buio dei pozzi. 

Eppure, l'idea del successo a breve termine ci fa drizzare la testa, ci dà quella dose di motivazione estrinseca per agire. Agire non per il piacere di farlo, agire solo per ottenere qualcosa. Ricompense, ricompense, e ancora ricompense. Il potere lo conosceva già chi spronava i lavoratori con un semplice premio di produzione. Ma, avere ricompense, senza essere ricompensati, non genera mai l'esito sperato: il più grande regalo puoi fartelo solo tu, proviene solo da te, da quello che sai fare, da quello che vuoi o vorresti ottenere. 

La vita è un continuo banco di prova: ti mette spalle al muro, ti chiede di essere presente lì dove tu vorresti essere solo assente, ti mette al corrente di tutto ciò che tu, di buon cuore, vorresti solo cancellare, scarabocchiare, scolorire. Troppo spesso veniamo giudicati sulla base delle nostre prestazioni. E, allora, tocca essere davvero impeccabili: che sia per un esame, per un'interrogazione, per una nuova offerta di lavoro. Non conta ciò che tu sei, ciò che tu mostri, ciò per cui tu lotti, conta quello che fai: l'oggettivo, e impalbabile giudizio, la linea di confine, spesso flebile e indelebile, tra il sapere e l'essere. Ma, noi siamo anche altro, molto altro. Siamo la fatica fatta per arrivare dove siamo, le lacrime spese, i sacrifici del percorso, il prezzo, spesso troppo alto, da pagare per l'impegno. Tanti pezzi li lasciamo per strada, tanti altri li troviamo lungo il nostro percorso, li assembliamo per crearci il nostro scudo vincente, l'antistaminico da usare per curare le allergie

Una famosa frase di Fabrizio Caramagna recita: 

L’attesa, quella buona, ha il buon senso di saper aspettare, custodire, curare e non giudicare.
Fabrizio Caramagna
  

E, Leopardi, ancor prima, diceva che la vera gioia si manifesta nell'attesa. Il vero esame, la vera interrogazione, la tua vera offerta di lavoro, tu, in realtà, l'hai già sostenuta. Il dopo è solo una formalità. È nell'attesa che tu vivi, che ti prepari, che nasci e rinasci per essere pronto, costantemente pronto. Pensi che l'attesa sia il tempo della nullità, dell'incertezza. Quando, invece, l'attesa è l'unico tempo certo, il misto di ansia e adrenalina, gioia e dolore, in una commistione sempre perfetta. È talmente importante il tempo scandito dall'attesa, che costruiamo la nostra vita proprio sulle attese: ciò che ci aspettiamo guida il modo in cui agiamo, l'orizzonte che ricerchiamo, la voglia di non accontentarci. Mentre attendiamo, viviamo. E, viviamo per attendere che arrivi quel giorno, quel tempo, in cui le attese si tramutino in realtà. 

Ma, quel giorno, il giorno in cui le tue attese si possono illuminano, è oggi. Oggi è il giorno in cui iniziare. Iniziare a ricordarti che esisti anche tu, oltre tutte le priorità che dai agli altri. Iniziare a ricordarti che, proprio davanti a te, c'è un mondo che ti aspetta. Iniziare a ricordarti che vali: vali con i tuoi desideri, le tue aspettative spesso disattese, le tue ferite, le tue paure. Oggi è il giorno della tua catarsi, quella che troppo spesso rimandi, quello che vorresti non arrivasse. Oggi è il giorno in cui tu presti la tua mano alla vita, per guidarla e farti guidare. Oggi è il giorno in cui puoi scegliere: scegliere se continuare a farti attendere, o se tendere verso il presente, il tuo presente, e guardare con fiducia al futuro, il tuo futuro