Presente

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20/10/2021

Niente nella vita può essere fatto senza la nostra presenza. Nulla può ferirci o condannarci senza il nostro consenso. Nulla è mai definitivo, perentorio, senza una via di uscita. Una soluzione c'è sempre. Va cercata, va trovata, va sofferta, ma esiste e nessuno può togliercela. Bisogna solo esserci, gridare ai beni e mali della vita: presente

Mai come oggi è necessaria la nostra presenza, il sentirsi vivi e vicini, parte di un mondo che così lontano non è mai. Per troppo tempo siamo stati divisi, chiusi, soli, vittime immobili di una stessa condanna. La paura è diventata padrona delle nostre vite, l'umanità si è smaterializzata in tante catene che ci tengono ancora legati ad un senso di oppressione, soffocamento, prigionia mentale. Ma, ci è stato offerto un pass per andare all'altra sponda, un sentiero da cui è difficile tornare: condizioni allettanti, perché non accettarle? 

Offrire la nostra presenza all'altro crea un patto morale indissolubile. Io mi impegno ad essere con te, a lasciare andare i miei fantasmi, ad accettarti come tu sei, senza remore: questa è la promessa implicita che facciamo, una parola potente e tagliente che, se non voluta fino in fondo, può ferire, e non poco. Ma allora perché, sempre più spesso, diamo per scontata la nostra presenza, ci trascuriamo e trascuriamo chi a noi offre la sua esistenza? Quando accettiamo o rifiutiamo di accettare chi si pone davanti a noi non gli diamo significato: -per me non esisti e io non voglio esistere per te- questo è il messaggio che stiamo inviando. 

E sembra banale che ogni giorno siamo capaci di inviare una miriade di messaggi quasi insignificanti, spesso pensando anche cento volte se inoltrare o meno un semplice "come stai?", ma i segnali davvero importanti lasciamo che perdano di senso. Ci rifugiamo in scuse comode, senza mai uscire realmente dalla nostra zona di comfort. È vero, la comodità fa bene, ci rende tranquilli, non affolla i nostri pensieri, ma è davvero sufficiente per crescere e migliorare, interagire con il mondo che ci circonda? È dura a morire quella brutta abitudine che tanto ci perseguita e insegue; forse è così cattiva proprio perché pretende il nostro esserci, la nostra presenza. 

Ma, la presenza presuppone innanzitutto la volontà di essere presenti: come tutte le cose, è un desiderio che si avvera solo se lo si vuole realmente. Rispondere semplicemente "presente", quando presenti non si è davvero, ci inganna così tanto, senza che noi possiamo averne nemmeno contezza. E, questo avviene proprio perché neghiamo la nostra presenza. Come disse Carl Gustav Jung

Ciò che neghi ti sottomette, ciò che accetti ti trasforma.
Carl Gustav Jung

Essere assenti significa diventare schiavi della stessa assenza della vita, accettare gli eventi senza alcuna voglia di cambiarli, aspettare che siano gli obiettivi a raggiungerci, invece di lottare, andare avanti, correre incontro a ciò che ci spetta

Forse, l'obiettivo di questi ultimi mesi non è tanto quello di remunerare tutto ciò che abbiamo fatto in un intero anno, ma impegnarci a voler essere presenti solo a ciò che realmente conta per noi. Non sprecare più tempo prezioso per fare un lavoro che non vuoi fare, per vivere un amore che non è amore, per coltivare un'amicizia che non ti dà importanza, per fare ogni cosa che non ti va di fare. Non reprimere quelle emozioni solo per paura di essere giudicat* o insultat*, emarginat* o esclus*. Per essere davvero presenti è necessario avere coraggio, compiere scelte scomode, perché è proprio questo che oggi ci rende assenti dalla presenza della vita