Salvarsi

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15/11/2020

Siamo tutti appesi ad un filo. Camminiamo, passo dopo passo, vacillando nel mare di insicurezze che ci circonda. Spesso abbiamo paura di cadere; di non riuscire a vivere questa fune e su questa fune. Eppure resistiamo. Andiamo avanti. Il filo diventa la nostra resilienza. Assorbiamo gli urti della vita, schivandoli e parandoli come abili pugili. Tutto sembra essere solo una questione di equilibrio. Se ci spingiamo troppo oltre, cadiamo. Se cerchiamo di tornare indietro, cadiamo. Non importa quanti passi in avanti facciamo, se non sappiamo quando e come muoverci

Novembre, ora, è il nostro filo. Filo di attesa tra il peso di un anno che sta volgendo al termine e la gioia di un natale che possa splendere dentro di noi. Ma quest'anno proprio non si direbbe. Più andiamo avanti, più avanziamo nel buio. Nessuna luce. Nessuna speranza. Solo tanta pesantezza. Un cocktail di umori altalenanti, nei quali nemmeno ci riconosciamo. 

Dov'è finita la nostra vita? Dove sono celate le gioie del vivere insieme, di una cittadinanza terrestre nella quale ritrovarci? Siamo deprivati delle emozioni più belle e singolari, di quella frenesia che è l'attesa. L'attesa di un momento magico, non solo per le sue luci. Tutto quello che chiediamo, o che vorremmo chiedere, è la salvezza. Salvezza dall'oscurità dentro di noi. Salvezza dal tunnel in cui siamo paralizzati. Ci barcameniamo tra un varco ed un altro per scovarla. Proprio come faremmo in una caccia al tesoro. Quello più ambito. 

Eppure la salvezza è proprio qui. Davanti, sopra, attorno a noi. Ma non la vediamo. Perché della vita vogliamo riconoscere sempre e solo i suoi punti di forza. Sempre e solo quello che ci fa comodo per rimanere immobili. Mai una fragilità. Mai un punto vulnerabile. Come se fosse un reato accettare di prendersi i propri tempi; di agire con i propri tempi, diversi da quelli imposti dal pensiero comune. Ma la vera salvezza, forse, non è tanto quella che cerchiamo negli affetti di chi ci circonda. La nostra vera salvezza siamo noi. Siamo noi a salvarci. 

E salvarsi significa guardarsi allo specchio, senza filtri; vedersi pieni, a volte incompleti. Salvarsi significa accettare di non essere sempre precisi, belli, puntuali, al top. Salvarsi significa scoprire le proprie debolezze e trasformarle in punti di forza. Salvarsi significa uscire dagli schemi per vivere la vita; quella che scegliamo noi e non gli altri per noi. Salvarsi significa amarsi, perché l'amore parte da noi e dentro di noi. Salvarsi significa pensare con parole proprie. Salvarsi significa riconoscersi come unici. Salvarsi significa anche sbagliare molto, per sentirsi liberi. Perché, come disse Marilyn Monroe,

C'è un momento in cui devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé
Marilyn Monroe
  

E solo lottando ci si può salvare. Preparare scudo e armatura, in un rituale grandioso e preciso come facevano i greci. Salvarsi è, infatti, la più grande possibilità che diamo a noi stessi per riconoscerci come forti, facoltosi, capaci. Salvarsi significa, d'altronde, salvare tutti. Perché è dalla nostra salvezza che inizia quella altrui. Soprattutto ora, in questo quasi lockdown 2.0, dove salvarsi è la massima priorità.