di Antonella Natalia Mecca

Si dice che la vita sia come un quadro: quello che scegli di mettere determina il risultato che, poi, otterrai. Se vuoi cambiare il risultato, inizia a scegliere con cura la base del quadro, a partire dalla cornice. Perché, è la cornice che fa la differenza e, a parità di dipinti, si possono creare due storie completamente diverse. Ed è così che si può iniziare a collezionare attimi di altissimo splendore. 

La felicità è uno dei temi più dibattuti, ma meno conosciuti in assoluto. La felicità viene spesso descritta come la tensione leopardiana verso l'attesa e l'imperfezione, o il fuggevole attimo oraziano che va colto al volo, altrimenti svanisce per sempre. Ma, guardando oltre le porte comode della consonanza cognitiva, la felicità è semplicemente qualcosa che non esiste, almeno nei termini con cui viene propinata. Perché, la felicità non è qualcosa che arriva all'improvviso, e altrettanto all'improvviso svanisce, la felicità è qualcosa che va costruito nel tempo. La felicità presuppone che ci sia un individuo attivo e proattivo, in grado di vedere non solo quello che gli fa comodo vedere, ma gli angoli bui e smussati delle cose scomode e diverse, dei dolori mai rivelati, dei sogni ancora sigillati.

L'alter ego della felicità, la definizione più corretta della felicità, come ci insegnano Paolo Borzacchiello e Paolo Stella, risiede negli attimi di altissimo splendore. O, meglio, nel collezionare attimi di altissimo splendore. Lo splendore non si riferisce ad una vita sempre piatta, allegra e senza nessuno sforzo, lo splendore è la ricerca continua e incessante di ciò che di bello esiste all'interno di una giornata non troppo piacevole, di un mese pieno di impegni, di una settimana che vorremmo finisse al più presto. Lo splendore è la narrazione diversa che possiamo fare di un evento, la ricerca di nuove parole per descrivere quello che, da anni, ci raccontiamo in modo sempre uguale e troppo noioso. Perché, ci sono sempre cose che non abbiamo ancora visto, arcobaleni che non si sono ancora palesati, paesaggi che non abbiamo ancora scoperto. Ma, se rimaniamo fermi, immobili, nelle verità che crediamo irrinunciabili, non saremo mai capaci di vedere lo splendore, soprattutto quando intorno è troppo buio per scorgerlo. 

In un botta e risposta simile alla scrittura di email, a cui tutti siamo abituati, la filosofia di vita quotidiana si intreccia alla descrizione di strategie che possono essere utilizzate per iniziare a collezionare attimi di altissimo splendore. Attimi che formano il puzzle della nostra vita, con pezzi posti un po' a caso, altri che profumano di casa, altri ancora che seguono un ordine prestabilito. Scienza ed esperienza diventano quasi due cose inscindibili, l'una guida la risposta dell'altra, e pone nuove domande a cui seguono altrettante nuove risposte.

La collezione di attimi di altissimo splendore inizia da un atto immensamente semplice, ma immensamente sottovalutato: respirare. Respirare non tanto per sentirsi vivi, ma per essere presenti nel proprio presente, lasciando andare le pressioni di un passato o di un futuro che presente non sono. Respirare per vivere le proprie giornate non solo guardando alle cose, ma ascoltando le persone. Respirare per dare importanza a sé stessi, per far scivolare via quel senso di impotenza che ci attanaglia quando ci sentiamo sopraffatti. Respirare per accorgersi di ciò che di bello ci circonda, perché

La bellezza c'è sempre, anche nei momenti più bui.

Paolo Borzacchiello e Paolo Stella

Il primo attimo di altissimo splendore è rappresentato proprio da questo libro. Un libro che accoglie e raccoglie chi, a fine giornata, ci arriva con il fiato corto. Un libro che ti fa indossare i tuoi abiti migliori. Un libro che ti restituisce il mezzo più corretto per iniziare ad ascoltarti, a capirti, a dare importanza ai tuoi bisogni, ad accendere i tuoi desideri. Un libro che non ti fornisce nuovi occhi, ma educa i tuoi, quelli che già hai e, forse, tanto odi, a guardare la bellezza nelle cose, la bellezza delle cose. Un libro che illumina lo splendore che hai, lo splendore che sei. Perché, è quando splendi di luce propria, che sei in grado di illuminare, e danzare, anche nella notte più buia.